19 Ago Programma e Appello Marcia a Barbiana 2021
XX Marcia a Barbiana – Sabato 4 Settembre 2021 –

Leandro Lombardi
– Presidente dell’Istituzione Don Milani-
4 Settembre 2021
“Siamo qui sulla tomba di Don Milani non per commemorare un defunto e perpetuare un lutto, ma per celebrare la sua preziosa eredità, la sua testimonianza di vita e le sue parole che rimangono sempre attuali, imperiture, e sono una profezia sulla storia presente e futura.
La profezia di Don Milani è attuale oggi più che mai ed è sintetizzata da quella espressione inglese scritta in stampatello rosso su una porta della sua Scuola, visibile ancora oggi: “I CARE”, che significa “mi interessa, mi sta a cuore, mi lascio coinvolgere”, fino al punto di prendermi cura dell’oppresso e del bisognoso, in inglese “TAKE CARE”.
Questa profezia deriva dalla parabola evangelica del Buon samaritano dove si descrive il suo atteggiamento compassionevole verso il bisognoso con queste due espressioni: “Lo vide, si interessò a lui”, è l’I CARE, “se ne prese cura”, è il TAKE CARE.
L’origine di ogni disastro umano, ambientale, educativo, sociale e politico è l’atteggiamento che soggiace al fascistissimo “Me ne frego”! perché provoca inevitabilmente conflitti, prevaricazioni, ingiustizie, fino alla distruzione di tutto e di tutti e in ultimo anche all’annientamento dello stesso soggetto menefreghista.
La salvezza, ogni salvezza, si fonda sull’ I CARE/ TAKE CARE, cioè sull’”interessarsi e prendersi cura”, e questo principio salvifico è declinabile in ogni campo del vivere umano, come esporranno approfonditamente coloro che interverranno dopo di me.
L’I CARE/ TAKE CARE è la roccia sicura su cui possiamo rifondare l’Europa, ci diceva alcuni mesi fa’ Ursula Von Der Leyen nel suo intervento presso l’Università europea di Firenze, è il solo modo per fare la Giustizia e la Pace in Afganistan, dove la sbrigativa risoluzione delle armi che è stata adottata in passato si è rivelata assolutamente fallimentare, è l’unico programma educativo efficace per realizzare una Scuola inclusiva, capace di rendere cittadini sovrani anche i più svantaggiati, come accadde qui nella scuola di Don Lorenzo a Barbiana. E’ l’unico modo per edificare una famiglia, una società, per realizzare un Servizio sanitario che in tempo di Pandemia assicuri ai più fragili il diritto alla salute e ad una vita qualitativa.
Questo è il filo rosso che accomuna tutte le riflessioni di oggi perché questo è il nucleo sempre vivente e profetico dell’eredità di Don Milani: dall’I CARE al TAKE CARE .
Questa piccola-grande rivoluzione, quest’azione salvifica è opera di Dio e dell’uomo, ma non dell’uomo solo, bensì dell’”Uomo in compagnia”. Gesù ha svolto la sua missione non in solitaria, come gli eroi romantici che tanto ci affascinano o i leader carismatici a cui siamo tentati di affidarci, ma in compagnia con degli amici: gli apostoli. Don Lorenzo, a Barbiana come a Calenzano, non era un eroe solitario, ma ha fatto tutto, sempre e in ogni modo, insieme ai suoi piccoli amici: i suoi allievi, come Paolo, Agostino, Nevio, Fiorella che sono ancora qui con noi e possono testimoniare. La nostra amicizia, il nostro essere qui insieme oggi è il segno più evidente di una ripartenza, di una rinascita possibile, perché palesa il fascino della passione che ci anima e che ci permetterà di fare grandi cose, la passione per l’I CARE/TAKE CARE.
Grazie a tutti per la partecipazione”
Paolo Landi
– Ex allievo Don Milani –
Sabato 4 settembre 2021
“Don Milani arriva a Barbiana nel dicembre 1954, così descrive la parrocchia nella Lettera ai giudici (1965)
La mia è una parrocchia di montagna,
quando ci arrivai c’era solo una scuola elementare; cinque classi in un’aula sola.
I ragazzi uscivano dalla quinta semi analfabeti e andavano a lavorare timidi e disprezzati.
Decisi allora che avrei speso la mia vita di parroco
per la loro elevazione civile e non solo religiosa.
Amare non significa dare qualcosa, significa essere, dare noi stessi.
Alla madre che gli chiedi di non impegnarsi a Barbiana, don Lorenzo risponde:
Non c’è motivo di considerarmi tarpato se sono quassu. La grandezza di una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui si è svolta, ma tutta altre cose. E neanche le possibilità di far del bene si misurano sul numero dei parrocchiani.
Scrive in Esperienze Pastorali
Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini a cui ho fatto scuola. Io ho insegnato loro soltanto ad esprimersi loro mi hanno insegnato a vivere.
SULLA SCUOLA
La nostra scuola È in due stanze della Canonica più due che ci servono da officina. D’inverno ci stiamo un po’ stretti, ma da aprile ad ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto non ci manca. …
l’orario è dalle 8 di mattina alle 7:30 di sera.C’è solo una breve interruzione per mangiare…
..a poco a poco abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare: non c’è ce n’è voi nè pagelle, nel rischio di bocciare.
.. ma ci restava da fare ancora una scoperta: anche amare il sapere può essere egoismo.
Il priore ci propone un ideale più alto; cercare il sapere solo per usarlo al servizio del prossimo.
Sulla parete della nostra scuola c’è una fotografia con scritto; el ninio che non estudia non es buen revolucionario.
A BarbianaOgni ragazzo è alunno e insegnante. si faceva fatica ad accorgersi che uno era un po’ più grande e insegnava. Il più vecchio di quei maestri aveva 16 anni, il più piccolo 12.
A Barbiana Il tempo è prezioso, è considerato l’undicesimo comandamento… Perdere tempo era considerato la bestemmia del tempo.
Fare comunità…Tutti i giorni, lettura della posta e del giornale per scoprire la complessità del mondo e imparare a distinguere le notizie vere da quelle false.
Nel 1960 i primi sintomi della malattia.
Dopo 10 anni, don Lorenzo rompe il” silenzio stampa” che si era dato dopo la pubblicazione di Esperienze Pastorali. Riprende a scrivere sotto la forma delle lettere: Lettera ai ragazzi di Piadena 1963, ai cappellani militari e ai giudici 1965, a una Professoressa 1967. Riprendo alcuni dei suoi insegnamenti.
Scrive ai giudici:
“I CARE “il motto intraducibile dei giovani americani migliori: me ne importa, mi sta a cuore. è il contrario esatto del motto fascista “me ne frego”.
sull’obbedienza reclamata dai cappellani militari scrive:
Occorre avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, Ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.
da lezione ai giudici sulla legge giusta e legge sbagliata
.. non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è obbedirla. Posso dire loro, che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini, da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). quando invece vedranno che non sono cioè quando non sanzionano il sorpruso del forte), essi dovranno battersi perché siano cambiate.
Le leve del potere
La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. la Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero.
Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l’esempio sugli altri votanti e scioperanti.
Sul compito educatico della scuola scrive:
.. la scuola e l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico.
Lettera ad una Professoressa è un “manifesto” per una scuola inclusiva, e una denuncia sulla selezione a danno dei ragazzi più poveri. Si afferma:
Se la scuola perde i ragazzi che l’abbandonano, la scuola non è più scuola. E un ospedale che cura sani e respinge i malati, diventa uno strumento di differenziazione sociale sempre più irrimediabile…
… tutti i ragazzi nascono uguali; se in seguito non lo sono più, è colpa nostra e noi dobbiamo rimediare
Sull’ingiustizia nella scuola
….Se un compito è da 4 io gli do quattro, e non capiva la poveretta,(la professoressa) che era proprio di questo che era accusata.
Perché non c’è nulla che sia più ingiusto quanto fare misure uguali tra diseguali.
(Un insegnamento semplice, praticato nelle famiglie, ma rifiutato da una certa politica che ad esempio propone flat tax)
Don Milani “batteva il chiodo” sull’impegno personale per cambiare la scuola. Rivolto agli insegnanti afferma:
… vi pagherei a cottimo. Un tanto per ragazzo che impara tutte le materie. O meglio, multa per ogni ragazzo che non ne impara una…. Allora l’occhio correrebbe sempre su Gianni… lottereste, per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, Come si fa in tutte le famiglie…. Vi svegliereste la notte col pensiero fisso su lui, a cercare un modo nuovo di per scuola. Andreste a cercarlo a casa se non torna.
Bisogna essere per fare la buona scuola
Spesso gli amici mi chiedono come faccio a fare scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perché io scriva per loro un metodo, che precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma di come bisogna essere per poter far scuola.
Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici. Non bisogna essere interclassisti, ma schierati.
Bisogna ardere dall’ansia di elevare il povero ad un livello superiore… più uomo, più spirituale, più Cristiano, più tutto.
È la lingua che fa eguali
… perché è solo la lingua che fa eguali. Eguali è chi sà esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa poco. Basta che parli.
…Sono anni che faccio scuola ai contadini e agli operai… non faccio più che lingua e lingue… mi richiamo 10 20 volte per sera alle etimologie. mi fermo sulle parole, gliele seleziono, gliele faccio vivere come persone che hanno una nascita, uno sviluppo, un trasformarsi, un deformarsi.
.. è la parola la chiave fatata che apre ogni porta
Sortirne insieme è la politica
.. per esempio, ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia
Insegnava che è rimboccandosi le maniche che si può cambiare la scuola, il lavoro, la società, la Chiesa.
…E? chi vive una condizione di emarginazione che deve impegnarsi e organizzarsi in prima persona per cambiarla.
… i bianchi non fanno le leggi che occorrono ai neri.
. Pasolini su Lettera a una Professoressa
Di Lettera ad una Professoressa devo dire tutto il bene possibile, non mi è mai capitato di essere così entusiasta, di essere obbligato a dire agli altri: Leggetela! è un libro che riguarda la scuola, ma nella realtà riguarda tutta la società italiana…
Papa Francesco su don Milani
… voi siete testimoni della sua passione educativa… del suo dedicarsi completamente alla scuola… per dare ai poveri la parola, perché senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia. questo ci insegna don Milanl
.. ed è la parola che potrà aprire la strada alla piena cittadinanza nella società, mediante il lavoro e alla piena appartenenza alla chiesa con una fede consapevole.
Su don Milani e la Chiesa: Il prete obbediente disobbediente
la tragedia del prete
…Per un prete quale tragedia più grossa potrà mai venire?
(Scrive nel 1954): essere liberi, avere in mano i sacramenti, Camera, Senato, la stampa, la radio, campanili, la scuola, e con tutta questa dovizia di mezzi divini e umani raccogliere il bel frutto di essere derisi dai poveri, odiati dai più deboli, amati dai più forti. Avere la chiesa vuota i campi sportivi pieni.
Nella lettera a pipetta, citata da papa Francesco Traccia il confine tra impegno sociale e missione religiosa.
Caro Pipetta… quando avremo sfondato insieme la cancellata di quel parco, installato insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene Pipetta, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò…. Quel giorno io non resterò la con te, Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente, a pregare per te il mio Signore crocifisso.
Quando tu non avrai più fame ne sete, ricordatene Pipetta, quel giorno io ti tradirò…
Rifiuta il “Classismo elementare”
.. Io non ho insegnato a dividere i ricchi tutti i cattivi e i poveri tutti i buoni, ne lo insegna il Vangelo; nella maggioranza dei casi fa passare male i ricchi, ma quando è l’ora della Passione, i poveri sono scappati e a seppellirlo c’erano due ricchi, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.
Scrive al vescovo se una autorità sbaglia non si deve tacere.
.. Quando un figlio diventa adulto e vede il padre sbagliare, ha il diritto e il dovere di dire al padre che sbaglia…. se non lo fa, per opportunismo e carrierismo è grave ed è ancora più grave se a farlo è un prete
.. sono debitore.
… Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini a cui ho fatto scuola, quello che loro credevano di stare imparando da me, sono io che l’ho imparato da loro…. Io ho insegnato loro soltanto ad esprimersi mentre loro mi hanno insegnato a vivere.
Sono loro che m’hanno avviato a pensare le cose che sono scritte. Sui libri di scuola io non le avevo trovate. Le ho imparate mentre scrivevo e le ho scritte perché loro me le avevano messe nel cuore.
Don Lorenzo muore a Firenze il 26 giugno 67 dopo 20 anni di Missione 7 a San Donato,13 a Barbiana. Nel testamento lascia scritto:
Cari ragazzi, ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho la speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto a suo conto.
Alla morte: per la Chiesa don Milani è un esiliato. Per la scuola un emarginato. Per lo Stato un condannato per apologia di reato. Ma la storia cambia.
Cinquanta anni dopo; Per la chiesa è un profeta, per la scuola un grande educatore, per lo stato ben 750 scuole portano il suo nome.
Per la Chiesa il più grande riconoscimento viene da Papa Francesco che prega sulla tomba.
… vengo a Barbiana (giugno 2017) per dare a Don Lorenzo il riconoscimento di fedeltà al Vangelo, di rettitudine alla sua azione pastorale. Questo riconoscimento oggi lo fa il Vescovo di Roma…
.. un prete alla ricerca dell’assoluto senza vie di mezzo… un prete trasparente e duro come un diamante, che continua a trasmettere la luce di Dio sul cammino della Chiesa…. Prendete la fiaccola e portatela avanti. Che io prenda l’esempio da questo bravo prete.
Il presidente della Cei aggiunge: Quella di don Lorenzo è una santità difficilmente canalizzabile…Non c’è bisogno che Don Lorenzo faccia miracoli, perché la sua vita è stata un miracolo.
Il Ministero MIUR in una circolare a tutte le scuole (5/6/2017) si afferma:
… Lettera a una Professoressa, una forza dirompente, un linguaggio forte, radicale, nuovo.
Don Milani, un grande illuminato educatore, in lui una guida eccellente un ispiratore.
.. a Barbiana si leggono i quotidiani e la Costituzione… I principi del suo operato sono alla base di una scuola inclusiva e realmente democratica. Ha costruito un’esperienza educativa nuova, non fondata sulla lezione frontale, sulle interrogazioni e sull’uso acritico di manuali.
Docenti e studenti sono invitati ad una rilettura degli scritti e della figura di Don Milani
Il Ministro Bianchi invitato dal Sindaco a partecipare a questa marcia afferma: Vorrei esprimere la mia più sentita vicinanza all’evento promosso in ricordo del pensiero di Don Lorenzo, preziosa occasione per riflettere sulle sue opere, straordinariamente intrise di Impegno quotidiano verso il prossimo.
Le sue opere e i suoi insegnamenti dovranno esserci da guida nel processo di transizione sociale, culturale ed ecologica che abbiamo intrapreso per la costruzione di un nuovo sviluppo umanamente sostenibile.”
Il più grande riconoscimento a don Milani, sono le oltre 750 scuola che portano il suo nome, i 10.000 giovani e adulti saliti a Barbiana nell’anno prima del covid e le centinaia di incontri e convegni, come lo è anche una marcia per ricordare a noi stessi i suoi insegnamenti
L’ Unione Europea
L’ultimo riconoscimento a don Milani è dalla Presidente dell’Unione Europea Ursula von der Leyen. Il 6 giugno a Firenze interviene sul futuro dell’Europa e nelle conclusioni cita Barbiana e don Milani
A pochi chilometri da Firenze c’è un villaggio che si chiama Barbiana. Don Milani disse ai suoi studenti che quelle erano le due parole più importanti che dovevano imparare:<< I CARE>>. significa prendersi la responsabilità. Queste due parole <<I CARE>>devono diventare il motto di un nuovo Rinascimento europeo.
Cone Ventotene rappresenta il Manifesto per l’Unione Europea, Barbiana potrebbe rappresentare il motto per il suo Rinascimento
Per concludere
Il manifesto di questa xx marcia parla dei tre impegni; Pace, Europa, Scuola, occorre dare continuità a questi impegni:
– con la marcia per la pace di Assisi
– partecipando alla consultazione della UE per una nuova Europa.
– per una scuola inclusiva nelle aule e a tempo pieno
Grazie don Milani, grazie don Lorenzo, grazie Priore
per gli insegnamenti e la testimonianza che ci hai lasciato-
Grazie priore
Dalla Chiesa hai subito l’esilio.
dallo Stato la condanna per apologia di reato.
dai militari La minaccia di farti la pelle.
dai professori l’accusa di monarca assolutista.
Oggi la chiesa riconosce in te un profeta, e la scuola un grande illuminato educatore,
Si riscoprono i tuoi insegnamenti.
Migliaia di giovani e adulti salgono ogni anno a Barbiana.
Per noi resti il Priore!
Un uomo solare, un prete di fede, un maestro rigoroso,
un padre affettuoso. Grazie Priore “